Come decidiamo? Riflessioni sulla correlazione tra emozioni e pensieri

Come decidiamo? Riflessioni sulla correlazione tra emozioni e pensieri

Senza emozioni non c'è decisione "Mi sono proprio stufato, decidiamo una misura e poi tutto rimane come prima". Questo sfogo di un direttore di stabilimento in una sessione di coaching non è affatto un caso isolato.

Ogni pensiero – consciamente o inconsciamente – è accompagnato da emozioni e queste determinano, alla fine, se alle parole seguono anche le azioni. Nel suo libro “Il Sé viene alla mente” Il neuroscienziato Antonio Damasio spiega il ruolo cruciale che le emozioni svolgono nel meccanismo di autoregolazione dell’organismo umano noto come omeostasi.

In ogni momento la nostra mente crea un’immagine della realtà percepita. I segnali ricevuti dai sensi insieme a segnali simili ricevuti e memorizzati nel passato formano una sorta di mappa della situazione. Da queste mappe mentali emanano le emozioni che orientano il pensiero e il comportamento dell’individuo. In base alle mappe mentali, la mente distingue se una situazione favorisce o minaccia il benessere di una persona o di un gruppo di persone e attiva le corrispondenti emozioni positive o negative. Le emozioni a loro volta innescano programmi di pensiero e azione corrispondenti.

Molti dirigenti e decisori non vogliono ammetterlo: le decisioni non sono prese sulla base di considerazioni razionali, ma emergono da una continua interazione circolare tra emozioni e pensieri.

Le decisioni consistono in comunicazione e azione

Un team prende una decisione più o meno consensuale dopo una controversa discussione. Se e come verrà implementata è un’altra questione. Il processo decisionale è lungi dall’essere completo con una dichiarazione e un verbale. L’implementazione nella realtà quotidiana è a discrezione di ciascun individuo, che deve valutare volta per volta se ha senso o meno eseguire quanto deciso. Questa valutazione non avviene tanto a livello razionale e consapevole, ma piuttosto a livello istintivo e le emozioni giocano un ruolo cruciale.

Sappiamo che il clima emotivo che si sviluppa durante una discussione ha un impatto significativo sul modo in cui le decisioni vengono successivamente implementate. Se la discussione viene condotta in odo aperto e rispettoso in modo che possa emergere un clima di fiducia sarà più facile per chiunque condividere gli obiettivi e le misure che sono stati decisi. In una discussione costruttiva, la mente di ognuno può progettare una mappa con percorsi plausibili che portano dalla situazione di partenza all’obiettivo. A tale mappa saranno associate emozioni positive verranno attivate nella realtà quotidiana e forniranno la motivazione per l’implementazione.

Il contrario si verifica quando l’individuo non riesce a costruire una mappa plausibile e associa il processo decisionale con emozioni negative. Nella vita di tutti i giorni, queste emozioni negative gli impediranno inconsciamente di attuare la decisione.

“Le irritazioni hanno la priorità”

Già negli anni Cinquanta, Ruth Cohn formulò questo postulato nel suo approccio “TCI Theme – Centered Interaction”. Senza conoscere le recenti scoperte delle neuroscienze, ha capito che le emozioni sono parte integrante del pensiero e dell’azione e devono essere rispettate da ogni buon leader.

Una persona che sente una profonda irritazione durante una riunione senza che ciò venga notato dal capo può o disturbare il processo di riflessione comune o rifiutarsi di apportare il proprio contributo. In entrambi i casi, il processo decisionale del gruppo ne risente. I programmi mentali di questa persona saranno concentrati sull’intento di eliminare le cause dell’irritazione, e fintanto che le emozioni negative persistono non sarà in grado di condividere e accettare pienamente le decisioni prese dagli altri e in seguito non riuscirà ad eseguirle con impegno e convinzione.

Tuttavia, in una riunione non è affatto facile accettare positivamente le irritazioni di uno o più partecipanti e dare loro lo spazio adeguato per superarle.

Rispetto per la realtà dell’individuo

In molti casi l’irritazione deriva dall’ansia o dall’incertezza. Ed è importante rispettare il fatto che queste emozioni siano vissute dalla persona come realtà e non dovremmo svalutarle come pure fantasie. Dobbiamo sviluppare la capacità di ascoltare con attenzione ciascun membro del gruppo, di prendere sul serio le paure e le preoccupazioni, e di aiutargli a riconoscere la fonte della loro irritazione e riordinare i loro pensieri.

Generalmente partiamo dal presupposto che una decisione aziendale riguardi fatti concreti e razionali e non stati d’animo personali. Sfortunatamente (o grazie a Dio) non è questo il caso. Ci si riunisce in un gruppo perché un individuo non può risolvere il compito da solo. Quindi dobbiamo creare le condizioni per usare l‘intelligenza collettiva del gruppo in modo che i pensieri e l’esperienza di tutti i membri possano trovare un adeguato spazio di risonanza e possa aver luogo un processo di pensiero comune. Questo può accadere solo se tutti si sentono al sicuro e rispettati.

Management Constellation: una tecnologia di comunicazione per il pensiero comune

Nella maggior parte delle aziende e organizzazioni alle emozioni viene data poca attenzione. Sebbene vengano offerti sempre più corsi di intelligenza emotiva, di mindfulness e di resilienza, nella prassi quotidiana non si tiene sufficientemente conto delle scoperte sul ruolo delle emozioni. Tuttavia, negli ultimi anni sono stati sviluppati metodi e tecniche che migliorano significativamente l’efficacia della comunicazione in azienda.

Management Constellation è uno di questi. Si basa sulla rappresentazione ed esplorazione delle mappe mentali di un gruppo. Mentre i membri di un gruppo creano insieme una mappa della situazione sviluppano una comprensione condivisa della realtà. Possono esplorare la mappa da diverse prospettive e simulare nuove configurazioni che alla fine portano a un piano d’azione. Le emozioni di ciascuno sono accolte e integrate come informazioni preziose nel processo di pensiero collettivo. 

Le Management Constellation sono lo strumento ideale per riunire posizioni e prospettive controverse, superare conflitti, sviluppare alternative e prendere decisioni consensuali. Creano quel clima emotivo che assicura che alle parole seguano anche le azioni.

Formazione in Constellation Management

Il metodo Constellation Management può essere integrato direttamente nella prassi lavorativa da manager esperti, consulenti, coach e formatori. I benefici si presentano a diversi livelli:

Diagnosi: le mappe mentali inconsce che guidano il singolo gruppo o individuo in una situazione specifica sono rappresentate in modo concreto e preciso. Circoli viziosi e ostacoli diventano visibili e possono essere vissuti emotivamente. Vengono anche identificate le alternative e le risorse che contribuiscono a una soluzione.

Soluzione: è possibile simulare nuovi comportamenti e misure e i loro effetti possono essere sperimentati direttamente sia a livello emozionale che logico. I filtri del pensiero razionale vengono momentaneamente disattivati per dar spazio al pensiero creativo. “Non pensavo, ma ora vedo che ciò che prima era impensabile potrebbe essere un’alternativa di successo.”

Valutazione delle alternative: la rappresentazione sistemica della situazione può ridurre la sua complessità a tal punto che i possibili effetti di una decisione sul sistema complessivo possono essere meglio compresi e valutati.

Nella formazione offriamo contributi teorici concisi, ben strutturati e focalizzati sulla pratica, dimostrazioni di casi concreti, numerose opportunità di pratica e riflessione comune nonché orientamenti per l‘integrazione del metodo pratica nella pratica. 

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