4 effetti collaterali del lavoro da remoto

4 effetti collaterali del lavoro da remoto

Le condizioni di lavoro sono mutate ma, come sempre, il cambiamento porta con sé anche vantaggi che non ci aspettavamo. Il bicchiere non è mezzo vuoto, e con positività affrontiamo questa nuova sfida. Condividere lo spazio di lavoro influenza la nostra performance lavorativa e ci rende più empatici e solidali nei confronti dei nostri colleghi. Ma lavorare da casa comporta molti altri benefici.

Lavorare da remoto non si traduce automaticamente in smart working.

Regna una gran confusione intorno a questi due approcci al lavoro, come abbiamo evidenziato seguendo l’interpretazione di Francesco Gaeta.

Infatti molti lavoratori, dato l’iniziale entusiasmo di portare il lavoro nelle proprie mura domestiche, si sono ritrovati a dover gestire casa, famiglia e il proprio lavoro tutto in una volta e negli stessi spazi. Una scelta dettata dalla necessità e non dal nostro desiderio, almeno per la maggior parte dei lavoratori dipendenti.

Costretti e catapultati in questa nuova sfida, riflettiamo su quali outcome emergono dal lavoro da remoto e come influiscono su noi professionisti e più ampiamente sull’ambiente.

Cosa possiamo ottenere da questa nuova condizione?

Se tornassimo con la mente alle riunioni e alle call di lavoro che facevamo a gennaio, quando il coronavirus era una minaccia ancora lontana, ci ricorderemmo che interagivamo vis-à-vis con i colleghi, cambiavamo ambienti, tra riunioni nella sala comune e spostamenti in ufficio, investivamo tempo e denaro nel tragitto casa-ufficio, e i ritmi della nostra quotidianità erano più scanditi.

Questa crisi della nostra contemporaneità ci ha portato ad adattare strategie di lavoro agile e da remoto, che hanno causato side effects relativi a:

  • una nuova concezione del tempo che abbiamo a disposizione
  • rafforzamento della solidarietà, oltre che tra colleghi e nel mondo del lavoro, anche tra le persone in senso lato
  • sostenibilità e miglioramento generale dell’inquinamento
  • il potenziale della tecnologia, che era rimasto sopito e dato per scontato

Abbiamo scoperto di avere, semplicemente, più tempo. 

Quelle tre ore che dedicavamo agli spostamenti logistici tra casa e ufficio, possono essere dedicate alla famiglia e ai propri cari. Riscoprire vecchi rapporti – anche di lavoro, che erano andati perduti -, definire una routine per non accavallare le tempistiche del lavoro con quelle della famiglia, ma anche prendersi un momento per riflettere su di noi sono effetti collaterali che nascono dal lavoro da remoto.

Aumentano anche la solidarietà e il senso di appartenenza alla comunità. 

Che questo momento di stallo possa dare una spinta per rafforzare il team di lavoro e lo spirito di squadra? Condividere perplessità, dubbi, incertezze, paure ci rende più forti e resilienti, ora più che mai. E intravedere il figlio del collega che gioca nell’altra stanza ci strappa un sorriso innocente e ci rende più vicini alle persone con cui lavoriamo e condividiamo la nostra dimensione lavorativa. Perchè ora possiamo scorgere una dimensione familiare e domestica nuova. Siamo più empatici, perchè tutti più vulnerabili.

Rimanere a casa lavorando da remoto sostiene un cambiamento eco friendly. 

Lo rilevano La Stampa e l’Agenzia Mobilità Ambiente Territorio.

Il livello di PM10 sta drasticamente diminuendo, la laguna di Venezia torna ad avere acque limpide e la qualità dell’aria è decisamente migliorata: il pianeta ringrazia.

Alcuni dati dimostrano che a beneficiare di questa quarantena sono anche i bilanci dei lavoratori. Lavorare da casa comporta costi ben più contenuti, sia in termini di tempistiche sia in termini pecuniari, rispetto alla spesa per gli spostamenti casa-ufficio.

Il Sole24Ore è un altra voce che ha riscontrato gli effetti positivi del lavoro da remoto: “A livello complessivo, lo smart working ha un impatto sia sui costi aziendali (a partire dalla metratura degli uffici e dalle bollette dell’energia elettrica e riscaldamento) sia sulla produttività. Secondo il Politecnico l’incremento di produttività delle aziende italiane, se applicassero un modello di lavoro agile maturo, toccherebbe 13,7 miliardi di euro. C’è poi la ricaduta ambientale, legata per buona parte al pendolarismo:?una giornata di smart working alla settimana per ogni lavoratore comporta un risparmio annuale individuale di 135 kg di Co2. Dal punto di vista dei lavoratori, lo smart working ha effetti positivi sulla conciliazione della vita privata e lavorativa e, nel 32% dei casi, dà più soddisfazione.”

Questi numeri non sono da sottovalutare. Ribadiscono quanto inavvertitamente questa crisi stia portando dei benefici al Business, ai lavoratori e all’ambiente.

Per di più, rinunciando a venire tutti i giorni in ufficio e rimanendo nelle nostre abitazioni, impariamo a maneggiare con più destrezza i devices e le piattaforme online che molte aziende hanno messo a disposizione sul mercato per sostenere i Business durante questo momento di instabilità. É arrivato il momento di sfruttare le potenzialità del digitale al massimo e diventare sempre più digital aware, pensando agli scenari futuri che ci aspettano una volta che l’emergenza sarà scemata. I Business sopravviveranno perché avranno adattato gran parte della loro offerta sull’online e l’avranno resa user friendly, e questa tendenza inciderà pesantemente sulla fruizione dei servizi.

L’Italia ha scoperto una formula che permette di trarre questi grandi vantaggi, in parallelo a uno sviluppo ed implemento di competenze gestionali quali l’auto-organizzazione, l’apertura al cambiamento e vision. I side effects scaturiti da questa prassi lavorativa influenzano la nostra performance, ci rafforzano come professionisti, come membri di un team e come esseri umani che si trovano a fronteggiare un momento storico incerto.

Ci sentiamo vicini agli altri, paradossalmente, quando non siamo mai stati fisicamente così lontani tra di noi.

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