Essere Business Coach. Sei domande a Deborah Bianchi

Essere Business Coach. Sei domande a Deborah Bianchi

A cosa serve il Business Coaching? Come orientarsi tra i tanti modi di esercitarlo? Per sanare queste curiosità, continuiamo la rubrica che, attraverso brevi interviste ai Business Coach di Performant by SCOA, indaga sul tema anche a livello esperienziale. Oggi tocca a Deborah Bianchi che, ha sviluppato la sua esperienza di coaching nell'ambito formativo, appassionandosi sempre più alla gestione e valorizzazione del capitale umano in azienda. 

Cosa ti appassiona del Business Coaching?

Il Coaching è prima di tutto “relazione” e questo è sicuramente l’aspetto più appassionante del mio lavoro. La pratica del Business Coaching crea consapevolezza, sviluppa il senso di responsabilità e supporta la persona nel raggiungimento dei propri obiettivi, garantendo quindi risultati concreti. Poter offrire all’interlocutore un sostegno perché possa identificare e far emergere le proprie potenzialità, è sempre molto gratificante! 

Che cos’è, per te, il Business Coaching e a cosa serve?

Partendo dalla posizione del “non-sapere” socratico, il Business Coach aiuta le persone a far emergere elementi di verità già presenti in esse, chiedendo e sollecitando un’autoverifica rispetto alla coerenza delle proprie argomentazioni, per giungere alla definizione di soluzioni nuove e utili per la propria professione. Inoltre, io stessa sono costantemente sollecitata ad una cura del mio equilibrio e benessere personale, per sapere mettere in campo quotidianamente ascolto attivo, flessibilità, positività e disponibilità ad espandere i ragionamenti.

Cosa facevi prima di diventare Business Coach e cosa ti ha spinto a diventarlo?

Dopo aver maturato una decennale esperienza nel settore turistico, nel 2008 ho orientato la mia iniziativa imprenditoriale alla Formazione Esperienziale che, non solo accetta e comprende, ma utilizza intenzionalmente le emozioni come strumento di apprendimento. Appassionandomi sempre più alla gestione e valorizzazione del capitale umano in azienda, ho deciso di specializzarmi nel Business Coaching per sostenere l’individuo e i team nei percorsi di crescita e trasformazione.

Qual è il taglio che vuoi dare, con le tue competenze e idee, nel mondo del Business Coaching?

Promuovo l’utilizzo di tecniche creative, capaci di mobilitare ed espandere le energie personali. Credo fortemente nel valore delle attività ludiche che, facilitando processi volti a stimolare ed accelerare dinamiche della sfera emotiva e cognitiva, consentono di individuare ciò che favorisce lo sviluppo del singolo individuo e dei team.

Dalla tua prospettiva di Business Coach, quali sono le competenze da allenare per rimanere in equilibrio e organizzazione nel 2018?

Apertura al cambiamento, visione e sensibilità interpersonale, per essere in grado di affrontare i continui mutamenti socio-economici in atto. Ritengo inoltre sia fondamentale, nelle organizzazioni, offrire alle persone momenti di riflessione in cui poter ascoltare e dare voce alle proprie emozioni.

C’è un libro (o anche articolo, film ecc.) che ti senti di consigliare e che affronti, in modo implicito o esplicito, il tema del Business Coaching? In che modo lo affronta?

Un libro particolare, che mi ha molto incuriosito e fornito interessanti spunti di riflessione, è “Spiritualità Cristiana e Coaching” (Brescianini/Pannitti), dove vengono messe a confronto una tradizione millenaria e la tecnica del Coaching, in quanto consolidate pratiche di supporto alla persona nel suo cammino di consapevolezza, cura di sé e realizzazione del proprio potenziale.

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