Green Shift, Verso una Leadership Sostenibile

Il nostro Pianeta non è più quello di prima. Si sta trasformando sempre più velocemente: i cambiamenti climatici, l’acidificazione dei mari e l’innalzamento drastico delle temperature sono solo alcuni dei sintomi del malessere della nostra amata Terra.

Ebbene sì, la nostra Terra è amata. D’altronde, chi non ama la prospettiva e l’opportunità che si celano nel Futuro? Ed è proprio per questo desiderio di vita che si stanno compiendo tutti quegli sforzi di pronto soccorso verso la Natura e l’ambiente; sforzi che devono partire anche, e forse soprattutto, dall’interno delle aziende ed organizzazioni, attraverso una cultura aziendale consapevole e una leadership sostenibile.

Gli eco-comportamenti non sono necessariamente condivisi da tutti, tuttavia sono considerati da tante realtà essere un’ottima opportunità di business. Il mondo, le nuove normative, gli stakeholder dell’azienda stanno trascinando l’economia verso un mondo più sostenibile. 

I cambiamenti arrivano anche dai grandi leader.

In questi giorni gli uffici di Performant non sembrano gli stessi… seggiole e scrivanie sono scomparse, o meglio sapientemente nascoste, per lasciar posto a installazioni di vario tipo, schermi e opere d’arte… anche un bassorilievo!

I muri delle stanze ospitano un susseguirsi di suggestioni di vario tipo per stimolare la riflessione sui temi del Green shift.

Il 27 e 28 Settembre, infatti, negli uffici di via Leopardi è stato allestito un percorso esperienziale, curato dalla Executive Business Coach e artista Anja Puntari, allo scopo di creare un dialogo dinamico e propositivo riguardo alla transizione verso sostenibilità ambientale in azienda. 

In questa mostra non ho voluto assolutamente entrare in quel dibattito noioso e poco fruttuoso sull’esistenza del climate change. A me interessava parlare di tutti quei skill, emozioni, vissuti relazionali e anche dei spill over effects che vediamo prendere piede nelle aziende durante il green shift. Ho voluto creare un racconto che usa l’arte ed altre forme visive come stimolo per parlare di questo argomento che oggi nelle organizzazioni è all’ordine del giorno” ci spiega Puntari.

In questa transizione cosa proviamo? come stanno vivendo le nostre risorse all’interno della nostra organizzazione? Io, come leader, come posso essere di supporto? Quali sono gli ostacoli della green transition?

Ogni stanza racchiude un senso di sostenibilità ambientale diverso: da quello più istituzionale rappresentato dal Green Deal e dai 17 Sustainable Development Goals (SDGs) istituti dall’ONU, a quello “tecno-esistenziale” attraverso l’opera dell’artista contemporanea Sara Ciracì Sacrilegio.

Tra sacralità e controllo, il bassorilievo, esposto sulla parete blu degli uffici di Performant, suscita emozioni e sentiti di diverso genere, dal benessere alla repulsione. La mostra si apre indagando quel desiderio tracotante di produrre sempre più, sfruttando e rubando anche le risorse destinate alle prossime generazioni.

L’opportunità

È necessario capire che sostenibilità è opportunità e come possiamo svilupparla. Fino a quando non capiamo ciò, ci riuscirà complicato capire l’urgenza della sostenibilità

Dove qualcuno vede tradizione qualcun altro vede innovazione e opportunità! È il caso di tutte quelle Imprese e Startup, PMI che hanno fatto della sostenibilità il proprio business, facendo confluire assieme la necessità di un bene comune con l’occasione di crescita.

“La sostenibilità è uno dei temi centrali del nostro tempo, presente e futuro. Quindi ormai lo si deve considerare – nella declinazione completa di obiettivi ESG – un prioritario asset strategico anche nelle organizzazioni. In tutte le industries, comprese quelle che operano nel financial services, e a tutti i livelli degli stakeholder coinvolti: alta direzione, top management, dipendenti, clienti, fornitori, partner, intermediari, investitori, azionisti”.

“In un contesto altamente complesso, regolamentato e in continua evoluzione dal punto di vista normativo, per quanto riguarda Società e Gruppi appartenenti al mondo bancario e assicurativo, il fine ultimo è quello di intercettare nuove esigenze e nuove sensibilità della clientela” continua dottor Francesco Guido de Sanctis “costruiamo sempre più prodotti e servizi che abbiano realmente in sé dei contenuti legati alla sostenibilità e ai fattori ESG (evitando fenomeni di greenwashing) e proponendoli e collocandoli rispettando i criteri di trasparenza, chiarezza ed educazione finanziaria” ci spiega Francesco Guido de Sanctis, Senior HR, Organization & Sustainability Manager presso Gruppo Crédit Agricole Assurances Italy.

La realtà ESG è anche occasione di business per Toroto azienda messicana e partner dell’evento “Green shift – Verso una Leadership sostenibile”, che dal 2020 opera nel carbon management, sviluppando progetti di risanamento della terra e cattura del carbonio.

“Credo che uno dei momenti più importanti della mia vita sia stato quando ho realizzato che è assolutamente impossibile combattere in modo significativo la crisi climatica senza ripristinare, conservare e gestire in modo sostenibile il territorio” racconta Santiago Espinosa de los Monteros Harispuru, Co-founder and CEO presso Toroto. “All’epoca non esistevano progetti di alta qualità contro la crisi climatica a livello territoriale, ma abbiamo realizzato che le aziende e i governi cominciavano ad essere disposti e pronti ad investire nell’azione climatica”.

Insomma, il Green shift è arrivato per rimanere e richiede una nuova forma mentis, una nuova cultura aziendale e un nuovo modo di fare. Non basta usare la carta riciclata in ufficio, occorre un vero e proprio cambio di prospettiva.

Verso il Futuro

Pensare al Green shift significa pensare al futuro, come viene dimostrato nell’installazione Future Time, un susseguirsi di copertine del noto magazine “Time” che dal 1967 fino a 2105 raccontato l’urgenza climatica… ma cosa ci aspetta? quali saranno le prossime copertine? Si parlerà ancora di climate change?

Non occorre essere degli inguaribili ottimisti per sperare in un futuro, si tratta di un istinto o desiderio insito in ciascuno di noi: quello di sopravvivenza nostra, della nostra specie e del nostro Pianeta. Ma allora perché, pur essendo convinti dell’importanza degli eco-gesti, non siamo pronti ad agire?

Per stimolare questa riflessione, Puntari ha allestito una stanza apposita che sposta l’attenzione sugli ostacoli e le emozioni che sentiamo in relazione al Green shift.

Solitamente è l’indifferenza che porta all’immobilità, ma in questo caso ci sono altre emozioni ed altri ragionamenti, anche molto razionali, che ci bloccano. Possono essere riducibili al pensieri tipo “perché devo fare io qualcosa se gli altri non fanno niente?!”. Oppure l’inazione in azienda scaturisce dalla convinzione che le questioni relative alla sostenibilità debbano essere regolate al dipartimento ESG, “così le altre risorse potranno concentrarsi “su ciò che è importante: il business”.

Per questo, il cambiamento di mindset può essere generato anche, e soprattutto, attraverso il buon esempio che può essere trasmesso a chi ci sta intorno. “Io sono dell’opinione che bisogna dare l’esempio e non spendere troppe parole” ci spiega Maria Grazia Bonomelli, Managing Director and Senior Account Executive presso Accenture.

La leadership, quindi, gioca un ruolo fondamentale come veicolo verso il Green shift. Il leader, infatti, agendo comportamenti sostenibili, stimola le proprie risorse a fare altrettanto.

“L’ essere leader permette di portare le differenti figure on board a livello aziendale… si può anche essere massimi esperti di sostenibilità, ma non per questo si potrà giungere a un vero cambiamento. Essere un leader vuol dire saper comunicare le proprie idee, abbracciando quelle degli altri e arrivando, così, al cambiamento attraverso un compromesso positivo” ci spiega Simone Targetti Ferri, Direttore  Sostenibilità presso L’Oréal.

Chiunque abbia un ruolo manageriale in azienda può agire come agente di cambiamento, io mi occupo di Risorse Umane e penso che il dipartimento HR possa fare tantissimo in ambito di sostenibilità. Perché è un dipartimento proprietario di quei meccanismi che cambiano i comportamenti.

Un dado di legno

Penso che occorra un po’ di emozione sull’argomento. Andare a cogliere le persone nella parte più soft aiuta per creare una nuova normalità, perché bisogna colpire le persone dentroci racconta la dottoressa Bonomelli.

Per questo, come conclusione del percorso, Puntari ha pensato a qualche cosa di molto speciale: un momento che potesse mettere al centro ciascuno di noi nella propria intimità, d’altronde lo scopo dell’evento non è quello di dare delle risposte, ma di aiutare a porsi delle domande, invitando lo spettatore alla riflessione e al dialogo.

Se quindi da una parte è richiesta trasparenza alle aziende, dall’altra parte nessuno di noi pretende che il nostro prossimo urli i propri sforzi e le proprie azioni in nome del Pianeta.

Soltanto noi conosciamo veramente il nostro coinvolgimento nella lotta al cambiamento climatico. Per questo, per concludere il percorso è stata preparata una stanza vuota, dalla luce soffusa allestita con soltanto un grosso specchio e un mobiletto, sopra al quale una ciotola contenete un piccolo pensiero da portarsi a casa: un dado di legno.

“Mi ha dato il modo di riflettere su tutte le stanze precedenti, e di sorridere, emozionarmi perché sto facendo qualcosa che può davvero condurre al cambiamento ed avere un impatto positivo sull’ essere umano e sul nostro pianeta” racconta dottor Targetti Ferri.

In questa stanza, il visitatore diventa performance per se stesso. Nel guardarsi allo specchio, avendo in mano il dado, simbolo della lotta per la riduzione del CO2, si troverà a chiedersi “e io cosa sono pronto a fare per il futuro del Pianeta?”

Sintetizzando al massimo, mondo reale e business etico stanno andando nella direzione della sostenibilità: verso un modello che deve sempre tenere insieme, in tutte le sue declinazioni e sfaccettature, i tre pillar ESG. Siamo ancora agli inizi ma la transizione è avviata, la strada è lunga ma tracciata. Impossibile voltarsi e tornare indietro: è un’occasione che quest’epoca ci sta dando. Un’opportunità da non perdere.

All’interno della mostra Green shift. Verso una Leadership sostenibile sono presenti le opere di Sarah Ciraci, Italia, Yolanda Harris, USA, Asger Jorn, Danimarca, Ananya Sen Gupta USA, Subhajit Khush Das, India, MaraM, Italia.

Follow us