La finestra sul giardino: una vista sul decennio che verrà

La finestra sul giardino: una vista sul decennio che verrà

Il mondo che si osserva dalla propria finestra non è certamente sufficiente per rappresentare tutto ciò che di effettivamente accade di rilevante in un ciclo temporale come può essere un intero decennio.

O addirittura cosa questo possa significare per i prossimi dieci anni. Ma ciò che possiamo osservare è spesso più ricco e profondo di quanto si possa immaginare se lo sguardo è attento e la lettura riflessiva.

Il ricco giardino che vediamo noi di SCOA è composto di relazioni. Relazioni di crescita e di sviluppo organizzativo per quanto riguarda Performant e individuale, personale  per quanto riguarda SCOA The School of Coaching. E nel secondo decennio degli anni 2000 di cose se ne potute vedere molte.

La prima è che l’intelligenza emotiva ha conquistando sempre maggior spazio negli investimenti fatti dalle aziende e dalle persone. L’abilitazione alla consapevolezza di se e degli altri, l’allenamento di  posture chiave come l’ascolto, la comunicazione interpersonale, il dialogo stanno facendo breccia  in molte organizzazioni fin qui refrattarie per cultura e tradizione a questi temi, così come in ruoli e in persone la cui sensibilità in termini di profilo ed esperienza appaiono incompatibili.

Negli ultimi anni abbiamo lavorato in aziende che questi aspetti non li avevano mai trattati, in organizzazioni che per latitudine geografica e longitudine culturale si pensava che non potessero trattarli mai. Abbiamo lavorato con aziende che hanno re-editato la loro determinata intenzione di dare spazio ad alcune interazioni chiave come il feedback accogliendo il ruolo che le emozioni giocano in questi passaggi e che sulla scia del successo ottenuto vogliono rivisitare molte delle prassi consolidate alla luce di questa esperienza.

La seconda riguarda il ruolo sociale dell’impresa. Impresa come sistema all’interno del quale la generazione di valore non si riassume unicamente nell’azienda, ovvero nella logica descrittiva del bilancio, ma anche e consapevolmente nel ruolo di sostegno, di sviluppo e di progresso che l’organizzazione esercita per chi ci lavora e per sempre più il ricco e variegato mondo di stakeholders.

Una delle principali aziende che abbiamo servito negli ultimi anni è confluita in una grande organizzazione internazionale per proseguire la sua missione di diffusione del welfare aziendale dopo aver creato una risposta in termini di servizi ad un bisogno sempre più sentito dalle aziende, ma soprattutto da chi ci lavora. Oltre al fascino che suscita un’avventura imprenditoriale come questa, nata e cresciuta in modo dirompente nell’arco di pochi anni e ai meriti che vanno attribuiti all’imprenditore che è riuscito in questa grande impresa, abbiamo potuto osservare come la sensibilità, l’attenzione e gli investimenti aziendali sul tema del “benessere” delle persone che lavorano sia cresciuto esponenzialmente e come la politica abbia di fatto semplicemente assecondato il trend quando ormai questo era conclamato.

Allo stesso modo abbiamo visto imprese prendere decisioni “eco friendly” in modo sempre più diffuso ed impattante. Ad esempio una grande multinazionale italiana della ristorazione ha progressivamente abolito la vendita di bottigliette di acqua in contenitori di plastica. Questa singola decisione, visti i volumi su cui impatta, ha un effetto in termini ambientali clamoroso.

Abbiamo partecipato a progetti di abilitazione di comportamenti e di sviluppo di culture inclusive delle diversità dietro le quali si manifesta un impegno forte e determinato del top management e la convinzioni che questi temi possano generare valore per le persone, per l’impresa e per tutti gli interlocutori almeno tanto quanto altre opzioni di carattere strategico.

La crescita e l’apprendimento delle persone all’interno dell’organizzazione sono tornati essere temi di riflessione attiva. I modelli naturali di apprendimento come il Mentoring, il Coaching, l’affiancamento, la metodologia esperienziale hanno conquistato uno spazio difficilmente immaginabile pochi anni fa e offrono risposte efficaci e puntuali ai bisogni delle organizzazioni e delle persone.

La flessibilità del tempo e dello spazio nel lavoro è diventata una quasi ovvietà solo perché moltissime imprese hanno adottato politiche di smart working, hanno imparato a frequentare in modo attivo i temi della genitorialità, hanno investito in politiche e soluzioni come banche delle ore e sistemi di lavoro in remoto imponenti e pervasive.

In generale osservando il nostro giardino si ha la percezione che le imprese abbiamo (ri)trovato lo spirito di un ruolo ampio e allargato finalizzato alla convergenza tra valore per l’azienda, benessere per l’individuo e sostenibilità per l’ambiente e su questo giochino una partita di avanguardia rispetto sia alla proposta politica che alla regolamentazione in materia che le istituzioni sono in grado di offrire. E la lettura è che a sostegno di questo rilancio del ruolo sociale dell’impresa l’apertura ai temi dell’intelligenza emotiva abbia rappresentato uno dei punti di leva.

Senza limitarci a guardare ma coltivando ogni giorno le relazioni che fanno ricco il nostro giardino noi di Performant ci sentiamo coinvolti e rappresentati nella nostra missione da questo trend. Lo viviamo come la soluzione più contemporanea e più idonea per costruire un prossimo decennio di sviluppo e di crescita per le organizzazioni e per le persone che le animano, muniti della forza e del coraggio che richiede ogni nuovo ciclo di crescita e trasformazione.

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