L’approccio competency-based alla selezione? Un potente strumento di auto-osservazione, sviluppo e Coaching

L'approccio competency-based alla selezione? Un potente strumento di auto-osservazione, sviluppo e Coaching

Credo fortemente che un approccio competency-based applicato alla scelta delle persone e poi all'induction siano efficaci strumenti di consapevolezza di sé, dei propri punti di forza e delle proprie aree di sviluppo. Questo in relazione al ruolo presidiato e al contesto organizzativo, da valuare già in fase di pre-inserimento in azienda. 

Sulla base dell’esperienza vissuta con la Direzione HR in diverse aziende, mi sono convinta del fatto che queste costituiscano il punto zero da cui iniziare per ragionare con la persona sui comportamenti da allenare al fine di una maggiore efficacia sul lavoro. Parlo di un insieme di strumenti su cui costruire un percorso di sviluppo strutturato che ha sempre, però, come tratto comune, le competenze comportamentali chiave per il ruolo e i comportamenti a esse sottesi.

La persona stessa, che nel linguaggio comune viene chiamata “candidato” (un nome che, vi confido, a me non piace), è coinvolta nel processo di selezione. Fin dal primo incontro, infatti, la persona viene stimolata a riflettere sui suoi comportamenti caratteristici rispetto alle competenze chiave che con l’azienda si è deciso di osservare.

Si tratta proprio di un diverso approccio che va coltivato e fatto crescere nell’organizzazione. Se a ciò si aggiunge, durante un colloquio successivo, l’auto-osservazione con il Business Coach dell’intervista videoregistrata, abbiamo uno strumento molto potente per stimolare la consapevolezza della persona.
Non abituata a vedersi da fuori, si auto-analizza supportata dalle potenti domande del Business Coach. Scopre aspetti o tratti che la caratterizzano e a cui mai aveva fatto caso.

Se vediamo in questa prospettiva l’intervista di selezione, da uno sguardo cioè fondato sulle competenze comportamentali, non si può non constatare che è già essa stessa un primo tassello di sviluppo che va verso una gestione integrata e armonica delle persone fin dalla fase di ingresso. Gli individui stessi entrano già in azienda con questa visuale e di conseguenza, se trovano terreno fertile, la chiedono e la coltivano.

Vi immaginate quanto questo approccio possa essere potente se diffuso in azienda una volta coltivato e fatto crescere? Vi immaginate quanto questo metodo alimentato dalle persone stesse, supportate in fase iniziale di induction da un Business Coach, possa essere un “facilitatore” per il lavoro dell’HR e per la diffusione della cultura del Coaching all’interno delle organizzazioni?

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