Come l’Agile Mindset favorisce e sviluppa il Business Coaching

Come l'Agile Mindset favorisce e sviluppa il Business Coaching

Oggi l'approccio Agile sta trasformando il mondo del lavoro e si sta diffondendo rapidamente, sotto varie etichette, in molti settori e in tutti i tipi di organizzazione.

L’espressione “metodologia Agile” si riferisce a un insieme di metodi di sviluppo fondati su principi comuni, derivati dai principi del Manifesto per lo sviluppo agile del software pubblicato nel 2001 da Kent BeckRobert C. MartinMartin Fowler e Jeff Sutherland. I metodi agili si contrappongono ai modelli a cascata e altri modelli di sviluppo tradizionali, proponendo un approccio meno strutturato e focalizzato sull’obiettivo di consegnare al cliente, in tempi brevi e frequentemente, software funzionanti e di qualità.

Gli attuali trend globali si stanno convertendo sempre più a modelli organizzativi e gestionali improntati sulla flessibilità e velocità. Questa evoluzione ormai consolidata in ambito digitale sta impattando anche aziende operanti in contesti più tradizionali. Oggi i principi “agili” si applicano non solo a contesti di lavoro di gruppo, ma anche a processi e attività continuative e spesso a carattere individuale, stimolando l’empowerment e autonomia decisionale. “Una vera rivoluzione copernicana nel management“, dice Julian Birkinshaw, professore presso la London Business School.

Nella mia esperienza di Business Coach, sia in aziende improntate all’avanguardia che in aziende “tradizionali” ma connotate da una forte spinta all’innovazione, ho avuto modo di verificare un’interessante correlazione fra i valori e i principi pubblicati nell’Agile Manifesto e le competenze comportamentali individuate dai coachee come determinanti in contesti fluidi e con grosse spinte al cambiamento.

Professionisti caratterialmente eterogenei e con ruoli organizzativi diversi tra loro, chiamati ad affrontare importanti sfide aziendali, hanno individuato comportamenti simili su cui lavorare definendo un insieme di competenze comuni: un “Agile Mindset”!

Il concetto di mindset applicato ai contesti formativi è stato reso famoso da Carol Deck nel suo bestseller Mindset: The New Psychology of Success. La Deck ha proposto l’interessante dicotomia fra Fixed Mindest – il mio potenziale è determinato alla nascita – in contrapposizione al Growht Mindset – il mio successo è costruito sull’esperienza e sulla capacità di adattarmi al contesto -.

L’agile evangelist Ahmed Sidky ha ulteriormente elaborato il concetto di Growth Mindest adattandolo ai contesti organizzativi e coniando il termine Agile Mindset: insieme di comportamenti ad atteggiamenti che costituiscono il prerequisito e l’elemento determinante per il successo di processi agili.

Lavorando con i miei clienti sulla gestione del cambiamento ho avuto modo di rilevare che le competenze comportamentali correlate ai quattro fondamenti del manifesto sono le seguenti:

  1. Gli individui e le interazioni più che i processi e gli strumenti: sensibilità e comunicazione interpersonale
  2. Il software funzionante più che la documentazione esaustiva: orientamento al risultato
  3. La collaborazione con il cliente più che la negoziazione dei contratti: orientamento al cliente
  4. Rispondere a cambiamentopiù che seguire un piano: flessibilità

Quindi i comportamenti che andiamo ad allenare, una volta analizzato il contesto in cui si opera e giunti ad una diagnosi condivisa, sono principalmente:

  • Consapevolezza del proprio impatto sugli altri e ricerca di un’adeguata modalità di comunicazione
  • Capacità di identificare il percorso che garantisca l’effettivo raggiungimento dei risultati
  • Abilità nel saper comprendere i bisogni del cliente e soddisfarli al meglio
  • Disponibilità a superare gli ostacoli senza irrigidirsi, modificando i propri comportamenti in armonia con il mutare delle circostanze

Offrendo al cliente un sostegno perché possa, realmente e con convinzione, intraprendere il proprio percorso di sviluppo, propongo momenti di riflessione in cui poter ascoltare e dare voce alle sue emozioni, per giungere alla messa in campo di nuove strategie d’azione.

Ed ogni volta che accompagno un professionista nella ricerca di soluzioni nuove per accogliere e adottare un approccio Agile, mi colpisce e mi entusiasma constatare che questa rivoluzione partita venti anni fa nel settore dell’Information Technology, si basi sul fondamento che “le persone e le interazioni vengono prima di strumenti e processi“. Ripensando al libro Le mie risposte alle grandi domande, che ho letto di recente, in cui Stephen Hawking scrive «L’intelligenza artificiale potrebbe essere la cosa migliore mai successa all’umanità, ma anche la più nefasta», mi sento di affermare che forse “non tutti i software vengono per nuocere”.

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