Trasformazione: da un’idea di brand a un tool-kit tangibile da toccare e sentire (Parte 1/2)

Trasformazione: da un'idea di brand a un tool-kit tangibile da toccare e sentire (Parte 1/2)

Eccolo qui: il nuovo tool kit di flowknow© su cui abbiamo lavorato duro negli gli ultimi quattro mesi.

Un tool kit che verrà presentato settimana prossima alla Biennale di Venezia, in collaborazione con i AM Foundation in occasione del workshop sull’intelligenza emotiva “Sento Dunque Posso” , che contiene tutta la nostra conoscenza. Il tool kit appartiene al patrimonio della nostra società: è uno strumento utilizzabile per facilitare sessioni di Business Coaching ed è anche un simbolo che racconta una storia, un sogno di cui abbiamo messo le prime pietre a terra alcuni anni fa. 

Nell’autunno 2014, in un momento di intensa crescita e cambiamento organizzativo, SCOA – The School of Coaching si trova davanti a una nuova sfida: mettere a fuoco l’Unique Value Proposition della società per poter prendere di conseguenza delle decisioni importanti sul come condurre l’impresa verso un futuro di successo. Il mio lavoro in SCOA è iniziato da circa un anno e ho già il privilegio enorme di far parte di un team di sei persone che comincia, con la guida del brand strategist Paolo Lorini, a riflettere sullo sviluppo del business della società. Si tratta di definire collaborativamente la strategia d’identità dell’impresa. 

Condivido l’esperienza con il fondatore Gianfranco Goeta, il managing partner Roberto Degli Esposti, l’Executive Consultant Gianluigi Contin, il Senior Business Coach Silvana Tacini e con uno dei soci: Guido Mastropaolo. 

La Unique Value Proposition di un’Impresa è basata sia sulle Competenze che sull’Identità. Le competenze sono veicolate verso prospect e clienti attraverso i prodotti e i servizi, l’identità attraverso gli strumenti di relazione. Il gruppo costruisce il proprio operato attraverso il Business Model Canvas  (che descrive le modalità in cui un’impresa crea, distribuisce e cattura valore) di Alexander Osterwalder. Si tratta di farsi delle domande come: Chi siamo? Chi vogliamo essere? Chi sono i nostri clienti? Qual è il valore che produciamo con il nostro lavoro? Dove vogliamo essere fra qualche anno? Qual è il nostro sogno?

In quel percorso eccitante pieno di idee, energia e voglia di costruire nasce una visione tra le menti che compongono il gruppo. In una dimensione di carattere ideologico, se così si può dire, il gruppo co-disegna un’immagine di un progressivo affermarsi di una cultura di impresa e di comportamenti di business che coniughino l’intensa evoluzione del mondo con il rispetto dell’essere umano. La missione diventa abilitare ed allenare i comportamenti che consentono alle persone ed alle imprese di crescere e di creare valore. 

A livello pratico, si decide quindi di creare una nuova divisione di SCOA per i servizi rivolti verso le aziende, cioè applicare il business Coaching per migliorare i risultati dell’impresa attraverso i comportamenti delle persone. 

Nasce così Performant by SCOA.

Il cuore del progetto risiede nel concetto di trasformazione. “Un processo, un cambiamento da una forma a un’altra più evoluta. L’evoluzione accade, la trasformazione va gestita, richiede un intervento, implica un’azione voluta” (Gianfranco Goeta durante il lavoro di gruppo).  

Il dizionario Treccani definisce una trasformazione sinteticamente così: “Mutamento di forma, di aspetto, di struttura.”

Il team di lavoro co-crea con la guida abile di Paolo Lorini, e mette a terra attraverso l’operato elegante del grafico Alessandro Scarpellini, l’immagine visiva del brand Performant by SCOA. Per noi è un segno della trasformazione: un quadrato diventa un cerchio. In mezzo c’è un percorso. Le letture sul simbolo sono ovviamente varie. Che ognuno ci possa trovare qualcosa per sé.

Arrivare a rendere tangibile un’idea di brand ha richiesto, d’altronde, un percorso di trasformazione, ma questo lo vedrete meglio nella seconda parte del post. 

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