Tra alte performance e serenità mentale

Il posto di lavoro può essere un ambiente divertente, appagante e stimolante. Tuttavia, può rivelarsi anche fonte di stress o di ansia, arrivando, nei peggiori dei casi, a sfociare in veri e propri episodi di esaurimento o di burnout delle persone, piuttosto che a creare ciò che possiamo chiamare una cultura organizzativa tossica.

L’esaurimento e il malessere che si vive sul posto di lavoro è senz’altro sintomo di organizzazioni e aziende contemporanee che vivono ritmi frenetici e che stressano esageratamente l’essere umano. Complici nel creare un clima lavorativo tossico, tutta la tecnologia mobile che ha reso sempre più labili i confini tra privato e lavoro, uno stile di leadership mal funzionante e una comunicazione interpersonale disfunzionale.

Ma come nasce la tossicità all’interno delle organizzazioni?

Proviamo a rispondere a questa domanda con le parole della Business Coach e autrice, Anja Puntari: “Si tratta di un danno estremo che un organismo può subire per il fatto di essere entrato in contatto con qualcosa”. Prosegue l’autrice “La tossicità nasce frequentemente dal fatto che non si agisce per tempo, determinando il deterioramento e la putrefazione di singole parti di un organismo (…) Questo deterioramento spesso è un fenomeno lento che avviene gradualmente, senza che nessuno se ne accorga” – Anja Puntari, Conoscere la giusta distanza 2021, ed. goWare & Guerini Next.

La tossicità all’interno delle aziende ha un movimento così lento da essere quasi impercettibile e può essere rappresentato con il Principio della Rana Bollita ideato da Noam Chomsky.

“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone” – tratto da Media e Potere di Noam Chomsky.

Insomma, le persone all’interno delle grandi organizzazioni contemporanee sono così abituate e assuefatte da un clima tossico che non sono in grado di rendersi conto di quanto questo sia dannoso per il proprio benessere.

Allo stesso tempo, dall’esterno, un’azienda disfunzionale, dove le persone soffrono, si nota subito: “è evidente a chiunque arrivi da fuori e osservi il comportamento anomalo delle persone, anche quando loro stesse non ne sono consapevoli” (Anja Puntari, Conoscere la giusta distanza).

Alla base di una cultura aziendale che mira al benessere vi è una buona salute mentale. In un clima sereno in cui il benessere psicofisico è l’elemento fondamentale, è più semplice affrontare le sfide e i task quotidiani, riuscendo anche a instaurare relazioni solide sul posto di lavoro.

Wellbeing in azienda

Dal punto di vista individuale possiamo considerare il benessere sul posto di lavoro attraverso  vari elementi, ciascuno dei quali è interconnesso all’altro. Questi elementi sono:

  • amore e passione per il proprio mestiere ed essere motivati a raggiungere gli obiettivi con un atteggiamento propositivo;
  • godere di buona salute fisica e mentale, così da poter avere l’energia per portare a compimento il proprio lavoro quotidiano;
  • avere supporto da chi sta attorno alla persona e avere forti relazioni all’interno del contesto organizzativo;
  • avere una sicurezza economica che permetta di gestire lo stress lavorativo;
  • avere un prospettiva di crescita lavorativa (verticale e orizzontale) che motivi e ingaggi;
  • avere la possibilità di gestire con flessibilità il lavoro e la vita privata, adeguando orari e tempi per rispondere in maniera adeguata ai bisogni delle persone.

Perché vi sia una sana cultura operativa, l’azienda, in primis, ha il compito di incoraggiare le risorse a mettere il loro benessere al primo posto.

Un’azione per fare ciò, ad esempio, è portare l’attenzione a questi temi nei momenti di confronto o di feedback. Inoltre, può essere utile un continuo monitoraggio dei comportamenti dei propri dipendenti per capire che non si generi un clima malsano. 

Un clima di benessere comporta un atteggiamento propositivo nel confronto del lavoro che, a sua volta, porta a migliori performance e a risultati migliori. 

Al contrario, una cultura aziendale che provoca malcontento e stress avrà come effetti collaterali:

  • maggiori probabilità che le risorse richiedano giorni di ferie;
  • maggiori probabilità che le risorse discutano con il proprio manager su come affrontare gli obiettivi prefissati, focalizzandosi sui problemi senza aver una mentalità propositiva;
  • maggiore turnover;
  • le risorse avranno meno fiducia nelle proprie prestazioni.
  • minore creatività e innovazione, accompagnato a un minore learning mindset in relazione al lavoro.

Certamente, come è prevedibile, una vita lavorativa malsana ha evidenti strascichi anche fuori dall’ufficio, influenzando negativamente altri aspetti della quotidianità delle persone, portandole spesso in una dimensione di circolo vizioso dove il lavoro danneggia la vita privata e il privato e viceversa.

Il ruolo della leadership

La responsabilità di preservare un clima di benessere sano è una responsabilità da attribuirsi alla leadership e nasce nei comportamenti quotidiani di colui o colei che agisce. Si tratta di trasmettere una visione e un’idea di una cultura organizzativa sana e focalizzata sul benessere delle persone.

Saranno poi tutti gli interlocutori dell’organizzazione a diventare promotori di un ecosistema composto da misure culturali, relazionali, operative e fisiche, in grado di favorire un ambiente propositivo.

Oggi, molti leader si trovano nella posizione scomoda di dover gestire, da una parte, la pressione di maggior produttività e performance e, dall’altra, il welfare delle proprie risorse.

Inoltre, partendo dal presupposto che un’azienda è composta da persone, la tossicità è da considerarsi un dato organizzativo che riguarda la dimensione della cultura comportamentale nel suo insieme e non di un singolo individuo: si tratta di un agire collettivo.

I manager hanno la responsabilità di creare esperienze positive per le proprie risorse e di gestire tutti quei fattori di stress che potrebbero inficiare sul benessere all’interno dell’azienda. Per fare ciò è necessario stabilire aspettative chiare e facilitare la collaborazione all’interno del team, garantendo un solido supporto.

I manager e i leader influenzano notevolmente la percezione che le persone hanno del loro posto di lavoro. D’altronde uno dei compiti principali della leadership è quello di assumersi la responsabilità del benessere delle proprie risorse e indagare i motivi che giacciono dietro al malcontento.

Insomma, la Leadership può essere considerata quell’elemento in grado di indagare la salute di un’organizzazione e i suoi effetti sulle persone. “Se viene stimolata una competizione malsana tra le persone, se queste non si sentono valorizzate, se manca meritocrazia e una cultura inclusiva, si possono più facilmente creare attriti e difficoltà nelle relazioni e può diminuire la motivazione sul lavoro” (Anja Puntari, Conoscere la giusta distanza).

Ad esempio, i leader devono assicurarsi che le aspettative e gli altri standard vengano rispettati, ma, quando le risorse si fanno avanti, proponendosi per task che non sono alla loro altezza, allora i manager devono saper intervenire per il bene del proprio team.

D’altronde problemi, come ad esempio il burnout, si manifestano soprattutto quando c’è un gap tra sfida e competenze percepite.

Per il burnout si intende una sindrome concettualizzata, risultante da uno stress cronico sul posto di lavoro che non viene gestito con successo.

Come possono i manager prevenire il malcontento delle proprie risorse?

Stabilire un ambiente di lavoro sereno e libero dalla tossicità è una sfida importante anche, come abbiamo visto, in ottica di raggiungere migliori risultati di business. Su questo fronte la prevenzione gioca un ruolo importante.

Anticipare è meglio che trovare soluzioni quando ormai la rana sta per essere bollita.

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