Il coraggio di provare: finché non fai non sai

Il coraggio di provare: finché non fai non sai

"Affrontate le difficoltà quando è ancora facile, svolgete i grandi compiti con una serie di piccole azioni." (Lao Tzu)

Che ci piaccia o no la verità è molto semplice: ci sono cose che possiamo controllare e cose che non possiamo controllare. Ecco quindi la severissima distinzione che ho imparato ad allenare da quando sono Coach: ciò che puoi controllare sono i tuoi comportamenti, ciò che non puoi controllare è tutto il resto.

Certo, attraverso un approccio brillante e grazie ad un atteggiamento positivo puoi gestire con intelligenza le circostanze, puoi avere un impatto importante sui tuoi colleghi o collaboratori e puoi persino influenzare i tuoi clienti.. ciò nonostante, quello che ti è impossibile fare è governare le loro scelte, le loro intenzioni e soprattutto le loro emozioni.

Probabilmente conosci la “Preghiera della Serenità” del teologo protestante Reinhold Niebuhr che viene spesso riportata in questa forma breve: «Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso e la saggezza per conoscere la differenza.» Lo trovo un pensiero affascinante, anche se nella mia esperienza su “il coraggio di cambiare le cose che posso” ci si inciampa spesso e volentieri. L’allenamento del coraggio ha sempre fatto parte della mia vita, è sempre stata la mia grande sfida e per certi versi lo è ancora. Come si fa dunque a trasformare i pensieri in azione?

Genova, Maggio 2011. Avevo iniziato da poco la mia carriera di Business Coach quando venne da me Marco, Sales Director di un’importante multinazionale di servizi, per iniziare un percorso che aveva come obiettivo realizzare un fatturato decisamente ambizioso. Nonostante la complessità del contesto, il lavoro procedeva alla grande. Dopo aver investito tempo ed energia in un piano di azione ben strutturato e strategicamente molto efficace arrivò il tanto atteso momento di agire. E invece.. qualcosa si era inceppato, nonostante fosse tutto “pronto” il meccanismo era bloccato.

All’inizio faticavo molto a comprendere che cosa fosse ad impedire ai Coachee l’allenamento delle nuove azioni, le persone che dopo aver investito così tante risorse evitavano di mettere in campo i nuovi comportamenti mi facevano proprio arrabbiare. Dopo aver iniziato a lavorare con molti Top Manager ed Imprenditori ho capito abbastanza rapidamente che c’era una cosa, prima di ogni altra, sulla quale ogni professionista che si impegna in un percorso di crescita dovrà allenarsi in modo sistematico: il coraggio di provare, di rischiare, di fallire. E da quando ho conquistato questa consapevolezza la mia rabbia e la mia frustrazione si sono trasformate in comprensione e sostegno, perché ogni volta che aiuto una persona ad affrontare queste paure semplicemente, rivedo me stesso.

Accogli la possibilità del fallimento, ecco la chiave. Quello che Marco ed io capimmo in modo molto concreto durante quel percorso è che il coraggio è tutt’altro che l’assenza di paura, il coraggio è avere paura e scegliere di andare avanti lo stesso. Negli ultimi anni ho avuto la straordinaria opportunità di affinare questo concetto attraverso la mia esperienza e i più grandi professionisti che conosco, quelli capaci di performance straordinarie, comprendono bene quali sono i potenziali rischi che devono affrontare. Si sono addestrati a fare una cosa decisamente singolare: fare pace con le possibili conseguenze.

Questo è esattamente quello che ho imparato a fare anche io ogni giorno quando vengo chiamato per guidare un Team verso la crescita delle sue performance o per accompagnare una persona in un percorso di eccellenza: mi organizzo, mi preparo, mi alleno e mi accetto. Consapevole che tutto ciò che posso fare è portare agli altri quello che SONO e quello che SO. E se sarà una sconfitta? Capirò come uscirne. Per me funziona così. Se vuoi sapere qualcosa in più su come allenare il coraggio scrivimi e sarò felice di mettere a tua disposizione la mia esperienza.

Il successo quindi deriva dall’aver avuto coraggio oppure si diventa coraggiosi dopo aver avuto successo? La risposta a questa domanda conta poco. Quello che conta molto invece è focalizzarti sui tuoi progressi e “dare tutto” per fare un passo in avanti ogni giorno. In questo modo fai leva su un miglioramento misurabile e questo continuo riconoscimento e celebrazione del viaggio che stai percorrendo nutre la tua energia e ciò che accade, nella mia esperienza, lo puoi già chiamare Successo.

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