Cosa c'entra la leadership al femminile con l'intelligenza emotiva? Una vera leader non dovrebbe essere molto razionale, senza "lasciarsi prendere "dalle emozioni ? Qual è il collegamento tra la leadership e le emozioni?
Ma cosa significa far leva sulle emozioni? Vuol dire essere capaci di elaborarle ed utilizzarle a nostro favore, partendo dal presupposto che se un’emozione c’è è perché risponde ad un nostro bisogno e quindi “ci serve” a qualcosa dal livello biologico, dato che le emozioni sono le nostre risposte biologiche a stimoli esterni. La rabbia, ad esempio, viene sempre associata a qualcosa di negativo ma se siamo capaci di riconoscerla e poi gestirla a nostro e altrui beneficio può essere positiva. Può servire a farci esprimere il nostro disappunto rispetto a certe situazioni anziché passarci sopra e far finta di niente.
Ma per poter ben utilizzare le emozioni bisogna innanzitutto conoscerle. Il primo passo che propongo a chi si avvicina a questo universo è cominciare a “familiarizzare” con il nostro sentire emotivo dando “un nome alle emozioni”. Fermarsi, ascoltarsi e dare un nome a ciò che si sente: questo abbiamo fatto in aula con il nostro gruppo di giovani leader attraverso esercitazioni individuali e di gruppo, con l’aiuto delle carte delle emozioni da noi studiate e ideate.
Imparare a dare un nome a ciò che sentiamo, mettendoci in ascolto di noi stessi nel qui e ora: cosa a cui non siamo abituati perché agli stimoli facciamo seguire subito delle reazioni. Qui abbiamo proposto di mettere una pausa tra lo stimolo e la reazione come un blocco immagine. Suggerisco di provare anche voi: sembra facile, ma ascoltare noi stessi e dare un nome a ciò che c’è non è un esercizio a cui siamo abituati.
Ma perché per un leader è così importante conoscere e saper gestire le emozioni?È dimostrato scientificamente che le emozioni sono contagiose: questo vuol dire che se ci troviamo in un ambiente emotivamente positivo ne saremo influenzati, ma vale anche il contrario. Come ci dicono Goleman e Boyatziz “le emozioni si diffondono in modo irrefrenabile ogniqualvolta due o più persone sono vicine, anche nella totale assenza di contatto verbale.”
Il leader rappresenta la guida e il riferimento del gruppo anche da un punto di vista emotivo: le sue emozioni influenzano il sentire del gruppo quindi la sua capacità di gestire e indirizzare le emozioni è ancora più importante e strategica per indirizzarlo positivamente. A parità di competenze tecniche ed esperienza, un gruppo disposto emotivamente in modo positivo ha una performance molto maggiore: sempre Goleman e Boyatzis ci dicono che l’atmosfera può incidere del 20/30% sulle prestazioni. Inoltre, è interessante il fatto che i leader dotati di intelligenza emotiva attraggano maggiormente persone di talento, perché collaborare con loro è un piacere.La cosa interessante è che l’intelligenza emotiva si può allenare: possiamo diventare più emotivamente intelligenti con l’allenamento e la pazienza, come quando andiamo in palestra. Conoscere e saper gestire le risorse emotive proprie e del gruppo non significa essere meno forti; anzi significa imparare ad utilizzare una risorsa che abbiamo già a disposizione, ma che forse dobbiamo imparare a leggere!