Intelligenza emotiva e Leadership: Un binomio impossibile?

Intelligenza emotiva e Leadership: Un binomio impossibile?

Cosa c'entra la leadership al femminile con l'intelligenza emotiva? Una vera leader non dovrebbe essere molto razionale, senza "lasciarsi prendere "dalle emozioni ? Qual è il collegamento tra la leadership e le emozioni?

Dal mio punto di vista e supportata da ciò che emerge dalle ricerche di Daniel Goleman e Richard Boyatzis nel loro scritto “Essere Leader. Guidare gli altri grazie all’intelligenza emotiva”, la grandezza di una leadership si fonda sulla capacità di far leva sulle emozioni. La capacità di intuire le potenzialità del fattore emotivo nell’ambiente di lavoro rappresenta la caratteristica distintiva dei grandi leader a qualsiasi livello di leadership.

Ma cosa significa far leva sulle emozioni? Vuol dire essere capaci di elaborarle ed utilizzarle a nostro favore, partendo dal presupposto che se un’emozione c’è è perché risponde ad un nostro bisogno e quindi “ci serve” a qualcosa dal livello biologico, dato che le emozioni sono le nostre risposte biologiche a stimoli esterni. La rabbia, ad esempio, viene sempre associata a qualcosa di negativo ma se siamo capaci di riconoscerla e poi gestirla a nostro e altrui beneficio può essere positiva. Può servire a farci esprimere il nostro disappunto rispetto a certe situazioni anziché passarci sopra e far finta di niente.

Ma per poter ben utilizzare le emozioni bisogna innanzitutto conoscerle. Il primo passo che propongo a chi si avvicina a questo universo è cominciare a “familiarizzare” con il nostro sentire emotivo dando  “un nome alle emozioni”. Fermarsi, ascoltarsi e dare un nome a ciò che si sente: questo abbiamo fatto in aula con il nostro gruppo di giovani leader attraverso esercitazioni individuali e di gruppo, con l’aiuto delle carte delle emozioni da noi studiate e ideate.

Imparare a dare un nome a ciò che sentiamo, mettendoci in ascolto di noi stessi nel qui e ora: cosa a cui non siamo abituati perché agli stimoli facciamo seguire subito delle reazioni.  Qui abbiamo proposto di mettere una pausa tra lo stimolo e la reazione come un blocco immagine. Suggerisco di provare anche voi: sembra facile, ma ascoltare noi stessi e dare un nome a ciò che c’è non è un esercizio a cui siamo abituati.

Ma perché per un leader è così importante conoscere e saper gestire le emozioni?

È dimostrato scientificamente che le emozioni sono contagiose: questo vuol dire che se ci troviamo in un ambiente emotivamente positivo ne saremo influenzati, ma vale anche il contrario. Come ci dicono Goleman e Boyatziz “le emozioni si diffondono in modo irrefrenabile ogniqualvolta due o più persone sono vicine, anche nella totale assenza di contatto verbale.”

Il leader rappresenta la guida e il riferimento del gruppo anche da un punto di vista emotivo: le sue emozioni influenzano il sentire del gruppo quindi la sua capacità di gestire e indirizzare le emozioni è ancora più importante e strategica per indirizzarlo positivamente. A parità di competenze tecniche ed esperienza, un gruppo disposto emotivamente in modo positivo ha una performance molto maggiore: sempre Goleman e Boyatzis ci dicono che l’atmosfera può incidere del 20/30% sulle prestazioni. Inoltre, è interessante il fatto che i leader dotati di intelligenza emotiva attraggano maggiormente persone di talento,  perché collaborare con loro è un piacere.

La cosa interessante è che l’intelligenza emotiva si può allenare: possiamo diventare più emotivamente intelligenti con l’allenamento e la pazienza, come quando andiamo in palestra. Conoscere e saper gestire le risorse emotive proprie e del gruppo non significa essere meno forti; anzi significa imparare ad utilizzare una risorsa che abbiamo già a disposizione, ma che forse dobbiamo imparare a leggere!

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