L’estate è ormai arrivata, e tanti sono divisi tra la fretta delle ultime scadenze e il pensiero dell’imminente vacanza. Nelle organizzazioni è il periodo delle ferie: chi le aspetta tutto l’anno, chi le teme come perdita di tempo e fonte di distrazione dagli obiettivi di business, chi è già proiettato verso il rientro di settembre.
Effettivamente, quante volte dopo le vacanze ci siamo sentiti veramente riposati e rigenerati, più carichi per affrontare il nuovo anno lavorativo? Quante sono le volte in cui ci siamo sentiti pienamente soddisfatti di come abbiamo impiegato il tempo libero? Qual è l’ultima volta in cui siamo davvero riusciti a staccare la spina, in cui ci siamo presi un periodo di completo distacco dal lavoro e dagli impegni professionali, non solo esteriormente ma anche mentalmente ed emotivamente?
Il tempo del lavoro e il tempo del riposo sono intimamente connessi: in particolare, il secondo può costituire una preziosa risorsa per il primo, e per le organizzazioni nel complesso. Già gli antichi celebravano l’otium, considerato di valore inestimabile per l’esistenza umana: il tempo libero dedicato alle attività disinteressate, fini a loro stesse, alla conoscenza, alla riflessione e all’arricchimento personale.
In quest’ottica, molti studi empirici recenti mostrano i numerosi benefici che momenti di riposo, svago e relax apportano oltre che in termini di salute, anche alla sfera professionale: aumento della motivazione, della produttività e dell’impegno dei lavoratori, un incremento delle capacità creative e di elaborazione di strategie innovative, e così più ampiamente un miglioramento individuale e collettivo in termini di rendimento e di benessere. Il riposo permette infatti di ricaricarsi, di recuperare l’energia fisica, mentale ed emotiva per dare il meglio di sé. Addirittura alcune ricerche mostrano gli effetti positivi di esso sullo sviluppo di carriera: prendere ferie aumenta la probabilità dei lavoratori di ottenere promozioni e di essere considerati per posizioni più elevate.
Il punto è che però il tempo libero può essere vissuto e trascorso in molti modi, che possono fare la differenza sulla sua qualità e sulle conseguenze: affinché sia effettivamente produttivo e fruttuoso, sia sul piano personale che su quello professionale, è necessario imparare come valorizzarlo a pieno. Riconoscere il valore delle vacanze e del riposo non significa infatti necessariamente saperlo gestire, nella pratica, in modo efficace e funzionale al proprio benessere e al recupero delle energie. Se non conosciamo quali comportamenti attuare e quali competenze attivare, potremmo renderlo inutile o peggio ancora controproducente.
Di fronte alle ferie imminenti, capita spesso di sentirsi sopraffatti dal timore di dover sospendere o peggio ancora delegare ad altri le nostre responsabilità, oppure dalla frenesia di dover concentrare in quelle due settimane tutte le attività ed esperienze a cui si è dovuto rinunciare durante l’anno, o ancora dall’ansia di doversi riposare il più possibile per recuperare le ore di sonno perse. Tutti questi atteggiamenti rischiano però di vanificare il valore del riposo, perché non ci permettono di staccare davvero la testa e dedicarci a ciò che ci restituisce energia: torniamo al lavoro più stanchi e stressati di prima, oppure insoddisfatti di come abbiamo trascorso il tempo libero tanto atteso.
L’energia è una delle risorse più preziose che abbiamo, ma non è infinita – anche se a volte ce ne dimentichiamo, e ci comportiamo come se lo fosse. Il Business Coaching consente proprio di diventare consapevoli di quelle che sono le strategie comportamentali efficaci per gestire l’energia che abbiamo a disposizione, in modo non solo da ottimizzarla nella quotidianità lavorativa ma anche di recuperarla quando il livello si sta abbassando, quando ci sentiamo stanchi e poco concentrati. Come dunque valorizzare il tempo libero e il riposo, in modo da renderli fruttuosi non solo per il proprio benessere personale ma anche per il proprio rendimento e successo nel business?
Recuperare le energie: la riconnessione con ciò che si è e ciò che si fa
La verità è che non esiste la ricetta della vacanza perfetta, valida per tutti: per recuperare le energie e ricaricarsi ognuno di noi ha bisogno di cose diverse. È una questione soggettiva, che addirittura varia a seconda dell’età, delle fasi di vita e di carriera che ciascuno sta vivendo. Proprio per questo è primariamente necessario comprendere ciò che è funzionale per noi stessi in quel momento, in base a quelle che sono le nostre esigenze in quel preciso periodo della vita, ponendosi la domanda “Cosa genera in me energia?”.
La competenza fondamentale che dobbiamo primariamente attivare è l’ascolto: di sé, dei propri bisogni, e del contesto in cui ci si muove. Questo a sua volta permette una riconnessione con noi stessi e con l’esterno, con ciò che stiamo facendo e vivendo nel presente.
Ascoltarsi e ascoltare profondamente ci permette innanzitutto di lavorare su tre dimensioni dell’energia:
- fisica
- emotiva
- mentale
L’ascolto inizia dal proprio corpo, di cui spesso soprattutto nelle condizioni di lavoro contemporanee ci dimentichiamo: è finalizzato a capire che cosa serve a me, fisicamente, per rigenerarmi. È necessario operare quello che la Senior Business Coach Marianne Fröberg chiama «un passaggio dalla connessione virtuale a quella fisica», con se stessi, ponendosi le domande: “Di che cosa ha bisogno il mio corpo per stare bene? Quale rituale personale posso costruirmi e svolgere per dargli la cura di cui necessita?”. Dobbiamo innanzitutto recuperare le energie propriamente fisiche, ponendo attenzione a come stiamo trattando “il nostro motore”, per fornirgli il carburante appropriato.
L’energia fisica è strettamente connessa a quella emotiva. A questo proposito è necessario mettersi in ascolto delle proprie dinamiche interiori e delle proprie emozioni, per lasciarle fluire, senza reprimerle ma accettandole a pieno per quello che sono. Mettere a tacere quelle emozioni con cui magari si fa fatica a convivere infatti assorbe molte energie, perché le occupiamo in attività che ci distraggono e distaccano da ciò che proviamo. Consapevolezza e accoglienza emotive permettono al contrario di liberare concretamente molta energia, quella ciò che impegniamo altrimenti per respingere ciò che sentiamo e incanalarlo in altro: si arriva ad un’autenticità emotiva, una riconnessione emotiva che consente di allinearsi con ciò che si sente e prova, seguirlo e assecondarlo.
Infine, è importante instaurare un dialogo interiore, con se stessi, aperto e sincero, che ci consenta di liberarci dei modelli mentali preconfezionati, a cui vorremmo o pensiamo di dover corrispondere, ma che non fanno per noi, e che ci distolgono invece da ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Pulire i pensieri mi permette da un lato, concretamente, di comprendere qual è il mio personale modello di vacanza ideale, cioè quello che serve a me e si confà alle mie esigenze, dall’altro di riconnettermi all’esterno, al contesto.
Così diviene possibile una riconnessione, fondamentale per recuperare l’energia, non solo con ciò che si è, ma anche con ciò che si fa. Quest’ultima passa attraverso l’ascolto e l’osservazione profonda del momento: la ricarica delle energie, fisiche, mentali ed emotive, avviene esclusivamente nel presente. Per questo è necessario calarsi a pieno nel qui e ora, vivere in profondità ciò che si sta facendo, il luogo dove ci si trova, le persone con cui ci si relaziona, aprendosi ad una percezione attenta di ciò che accade ed evitando quindi qualunque distrazione.
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Il potere dell’ascolto
Come abbiamo approfondito anche nell’articolo Governi il tempo oppure il tempo governa te?, il multitasking è non solo dannoso, ma anche controproducente: svolgere due task al contempo, provoca un dispendio superiore e superfluo di energie, rendendoci anche meno efficaci. Invece è importante mantenere un livello di concentrazione elevato su ciò che ci circonda, aprire i sensi per percepirlo e goderne a pieno.
Essere totalmente presenti è la chiave per recuperare le energie, ovunque siamo e qualunque sia l’attività che stiamo compiendo: nel gustare un pomodoro, nel percepire il vento tra i capelli durante una pedalata lungomare, una chiacchierata con l’amico, una nuotata in piscina, un’escursione al lago, la passeggiata mattutina per comprare il giornale.
Cosa fare per recuperare le energie?
Quali comportamenti pratici ci consentono tutto ciò? Eccovi alcuni spunti:
- Riflettere, fermarsi e chiedersi “Di che cosa ho bisogno io per recuperare le energie?”: è un esercizio di autoconsapevolezza, che porta a capire cosa funge per me da energy boost, ovvero ciò che stimola e aumenta la mia energia. Una volta compreso questo, è opportuno concretizzarlo in una regola, che poi ci si impegna a seguire, scrivendo cosa devo assolutamente fare, cosa non devo assolutamente fare, in ottica della ripresa energetica.
- Per riconnettersi al proprio corpo, può essere utile la cosiddetta tecnica del rilassamento progressivo di Jacobson, che noi come Business Coach proponiamo spesso ai Coachee nelle nostre sessioni, anche come pratica quotidiana. Questa si concentra sulla contrazione e il rilassamento di specifici gruppi muscolari in sequenza, con l’obiettivo di diventare più consapevoli del proprio corpo e delle proprie sensazioni fisiche.
- Per agevolare la piena connessione con il presente è opportuno eliminare le distrazioni, e impegnarsi a fare una cosa alla volta. La pratica della Mindfulness, per esempio, è un allenamento proprio in questo senso, perché incentiva a dedicarsi completamente al presente.
- Per questo inoltre è utile, almeno in alcuni slot di tempo, rinunciare al telefono, metterlo via, evitare di controllarlo. Qual è stata l’ultima volta in cui hai spento il telefono per qualche ora, sei uscito lasciandolo a casa, oppure anche solo te ne sei separato lasciandolo nell’altra stanza senza controllare mail e messaggi per più di un’ora? In questo momento storico, nella frenesia attuale, è diventato estremamente difficile, ma per questo a maggior ragione urgente, liberarsi almeno per qualche momento della tecnologia e di tutte le dinamiche che la riguardano.
- Connesso al punto precedente, è opportuno anche definire a priori quando e come monitorare per esempio le mail o le chat di lavoro. Soprattutto per alcuni ruoli e posizioni, può essere richiesta una presenza saltuaria: affinché però il pensiero degli impegni professionali non diventi onnipresente, può essere utile darsi orari specifici, e impegnarsi a mantenerli.
- Tornare ad attività concrete, manuali, fisiche, che ci portino a contatto con il mondo naturale. Uno dei malesseri dell’essere umano contemporaneo è proprio il distacco eccessivo dalla natura, a favore invece del virtuale, a causa della perenne connessione digitale. Per questo, attività come una gita in montagna, una scalata del ghiacciaio, il SUP, guardare le stelle, costruire qualcosa, possono rigenerare.
Tutti questi comportamenti aiutano la ripresa energetica: sono primariamente importanti per il benessere psicofisico, ma hanno potenti conseguenze anche sull’abilità delle persone di gestire il lavoro dopo le vacanze. Si tratta di comportamenti che, se allenati, possono tornare estremamente utili anche nella quotidianità lavorativa: consentono infatti di recuperare e gestire al meglio la propria energia tutti i giorni, rimanere efficaci e carichi sempre.